Lo specchio di Dio by Andreas Eschbach

Lo specchio di Dio by Andreas Eschbach

autore:Andreas Eschbach [Eschbach, Andreas]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-05-27T22:00:00+00:00


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Subject: Melbourne-Deal Quid??

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Don,

cosa succede laggiù? Qui, a Wall Street, le voci girano rapidamente. Si dice che Kaun si sia definitivamente ritirato dalle trattative australiane. Mi puoi inviare delle informazioni sui retroscena? Abbiamo problemi enormi per tenere alte le quotazioni della NEW. Se il CEO non interverrà presto, ci sarà la catastrofe. Con urgenza Jeremy

Foxx girava senza sosta il cucchiaino nel caffè, mentre sfogliava la sua guida da viaggio, ridotta in brandelli. Judith s'interrogava fiaccamente sulle possibilità che poteva avere il cucchiaino di logorare una tazza di porcellana, e quanto tempo sarebbe stato necessario. Probabilmente, non molto.

«Ecco, qui» disse all'improvviso Stephen. Lesse a voce alta «Bet Shearim. Situata sul versante meridionale delle montagne della bassa Galilea - vedi anche Galilea - al disopra dei contrafforti occidentali della Valle di Jezreel. Era circondata da una vasta necropoli considerata sacra.» Proseguì la lettura in silenzio, scorrendo il lungo paragrafo per estrarne, di tanto in tanto, due o tre parole che fuori dal contesto non avevano quasi alcun senso. «Menzionata per la prima volta da Flavius Josefus con il nome di Besara… nel secondo secolo, fu sede del Sinedrio - tra parentesi: tribunale giudeo durante l'occupazione romana… Ah, eccolo: nella parte nord-orientale, si possono distinguere cinque epoche di costruzione; la prima va dal primo secolo avanti Cristo fino alla metà del secondo secolo dopo Cristo. È qui. Dev'essere arrivato in questo periodo.»

«Boh» disse Judith.

Stephen smise di girare il caffè. «Forse, dovremmo andarci.» Bevve un sorso e fece una smorfia. Aggiunse un cucchiaino di zucchero e ricominciò a mescolare.

Sedevano nell'angolo più interno della tenda che fungeva da cucina, il posto più in ombra. La maggior parte degli enormi frigoriferi era stata già staccata, sbrinata e svuotata; avevano trovato del caffè liofilizzato e dello zucchero, ma nessuna confezione di latte, con grande cruccio di Stephen.

«Forse…» brontolò Judith. Dal suo posto, poteva vedere le case mobili e una porzione del parcheggio. Tutto era deserto. Scendendo, aveva visto tre italiani preparare i loro bagagli e anche Chantal, la francese che le somigliava come una sorella maggiore. Camminava pensosa, per fare un'ultima passeggiata nel sito. La tenda dell'area 14 era stata ripiegata. L'orda di portaborse che si assembrava in modo costante attorno a John Kaun aveva seguito il padrone a Gerusalemme, a eccezione di tre pigri gorilla che sonnecchiavano al sole davanti a una casa mobile.

Smisero di poltrire quando in una delle case suonò il telefono e uno di loro dovette rispondere controvoglia.

Judith sorseggiò il caffè. Per i suoi gusti, era eccellente. Ma lo beveva senza latte, né zucchero. «Credi veramente che quella videocamera esista ancora? Dopo duemila anni?»

«Perché no? Il manuale d'istruzioni ha resistito bene ed è soltanto di carta.»

«Ma una videocamera è più grande e pesante. Supponiamo che l'abbia sepolta da qualche parte. Nulla prova che qualcuno non l'abbia trovata, già molti secoli fa. Potrebbe averla smontata per capire cos'era.»

«Sì, ma il viaggiatore del tempo deve averlo previsto. Non dimenticare che probabilmente ha avuto molte decine di anni per farlo.



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